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Recortes sobre José Luís Peixoto e a sua obra.
Recensioni di "Il Cimitero dei pianoforti"
Paolo Collo
Se c’è ancora qualcuno che pensa che la letteratura portoghese contemporanea significhi solo il pur grandissimo e indimenticabile Saramago, consigliamo questo insolito, bellissimo testo di un giovane – è del 1974 – alentejano autore di romanzi, poesie e testi per il teatro. Il romanzo è una cronaca famigliare in cui si alternano le voci dei vari protagonisti: il padre, ormai defunto, e il figlio, maratoneta alle Olimpiadi del 1912 (e saranno proprio i chilometri di quella gara a scandire il susseguirsi dei capitoli). Luogo di unione delle varie storie che via via vengono raccontate, la loro falegnameria, all’interno della quale si cela il “cimitero dei pianoforti” – sfasciati, abbandonati, azzoppati, scordati –, luogo di ricordi, nascondiglio, metafora delle vite loro e delle persone a loro vicine. Una scrittura ricercata, intensa, evocativa, a volte geniale. E soprattutto musicale, come per una partitura. “Una rivelazione”, come ebbe a dire proprio Saramago.